L’Elvis de Noantri è morto. Little Tony se n'è andato in silenzio,
assieme al suo ciuffo di ragazzo per sempre. Settantadue anni consumati a
tempo di rock e finiti in clinica, nel dolore spietato di una malattia
senza scampo. Little Tony era in coma, colpito da un tumore ai polmoni
contro il quale il suo cuore matto stava lottando da mesi. La notizia
era ormai di dominio pubblico nel mondo della musica, molti i colleghi
che negli ultimi giorni tempestavano di telefonate la famiglia e gli
amici del re del rock italiano per chiedere notizie, da Mina a Morandi, a
Pippo Baudo.
L’AFFETTO
Segno dell’affetto e della popolarità che circonda il cantante di successi che appartengono alla memoria collettiva, da Cuore matto (una sorta di sigla personale) a Riderà, a La spada nel cuore. Ma Tony non è stato solo un protagonista della nostra musica, è un personaggio legato al costume, un raro esempio di artista fedele al mito di Elvis Presley e del primo rock’n’roll. Una generazione, la sua, cresciuta negli anni Cinquanta, proprio mentre Rock around the clock e Jailhouse rock cambiavano la musica e in Italia dominava ancora la canzone ipermelodica. Little, nato a Tivoli da una famiglia di sanmarinesi, si era fatto le ossa assieme ai fratelli cantando nei matrimoni nei ristoranti dei Castelli, poi un giorno durante un contest al Teatro Smeraldo di Milano arrivò un impresario inglese che lo invitò a fare un tour Oltremanica. Per Little Tony and his brothers (così si chiamavano) fu successo che durò un paio d’anni. Quando tornò in Italia, insomma, si era già fatto le ossa e poteva affrontare la sfida su un terreno in cui il principale avversario era un altro fan di Elvis, Adriano Celentano.
L’AFFETTO
Segno dell’affetto e della popolarità che circonda il cantante di successi che appartengono alla memoria collettiva, da Cuore matto (una sorta di sigla personale) a Riderà, a La spada nel cuore. Ma Tony non è stato solo un protagonista della nostra musica, è un personaggio legato al costume, un raro esempio di artista fedele al mito di Elvis Presley e del primo rock’n’roll. Una generazione, la sua, cresciuta negli anni Cinquanta, proprio mentre Rock around the clock e Jailhouse rock cambiavano la musica e in Italia dominava ancora la canzone ipermelodica. Little, nato a Tivoli da una famiglia di sanmarinesi, si era fatto le ossa assieme ai fratelli cantando nei matrimoni nei ristoranti dei Castelli, poi un giorno durante un contest al Teatro Smeraldo di Milano arrivò un impresario inglese che lo invitò a fare un tour Oltremanica. Per Little Tony and his brothers (così si chiamavano) fu successo che durò un paio d’anni. Quando tornò in Italia, insomma, si era già fatto le ossa e poteva affrontare la sfida su un terreno in cui il principale avversario era un altro fan di Elvis, Adriano Celentano.
LE RIVALITÀ
Le rivalità sono da sempre state il sale del music business italiano, ma nel loro caso la rivalità si trasformò in una sorta di momentanea alleanza e, nel 61, Little e il Molleggiato si trovarono fianco a fianco sul palco di Sanremo a cantare 24 mila baci. Arrivarono secondi e, anche se il successo fu in gran parte assorbito da Adriano, per Little cominciò la popolarità. Una popolarità fatta del suo personaggio fedele alla prima ora del rock, ma capace di una sottile vena melodica presente in tutti i suoi successi. Una popolarità duratura che è continuata fino ad oggi con un’impressionante serie di date e concerti e non solo in Italia. Qualche anno fa, proprio durante un tour in Canada, Tony fu vittima di un infarto.
Fonte: http://www.ilmessaggero.it
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