mercoledì 29 ottobre 2014

ARRESTATO IL PATRON DI FORESTE MOLISANE

Il Corpo Forestale ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere, a carico dell'imprenditore Giuseppe Gravante, 75 anni, patron di "Foreste Molisane". E' accusato di vari reati tra cui estorsione e smaltimento illecito di rifiuti, per aver costretto sotto minaccia di licenziamento i dipendenti a sversare rifiuti zootecnici nel Volturno e a sotterrare altro tipo di rifiuti nei terreni della propria azienda agricola.

Dal 1994 a qualche mese fa Giuseppe Gravante avrebbe costretto i lavoratori a sversare nel Volturno gli escrementi provenienti dal suo allevamento bovino, quasi 3500 capi, che ogni giorno hanno prodotto un inquinamento del fiume pari a quello di una città di 24 mila persone. Il dato è stato diffuso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.


E' stato un ex dipendente a dare il via all'inchiesta: l'uomo si è autodenunciato perché "pentito" di aver preso parte negli anni alla condotte illecite ordinate da Gravante, impegnato da oltre 40 anni nel settore zootecnico e proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove fino al novembre scorso avveniva l'imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane. Dopo la prima denuncia sono arrivate le ammissioni di altri dipendenti. Dai racconti concordi è emerso che nel Volturno sarebbero finiti, attraverso un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni, non solo gli escrementi degli animali, ma anche i reflui delle sale di mungitura, e le acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti ed acidi fortemente tossici. Gli sversamenti, hanno accertato gli investigatori, venivano effettuati soprattutto in orario serale e notturno, al fine di eludere i controlli, o quando pioveva, approfittando del fatto che le acque del fiume erano rese limacciose dalla pioggia, rendendo poco visibile quanto vi veniva introdotto.

"Spesso il reso delle bottiglie veniva nuovamente distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco". A raccontarlo agli inquirenti è uno dei dipendenti di Antonio Gravante. In sostanza, secondo quanto si legge nella nota dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il testimone ha riferito che il latte scaduto veniva mischiato con quello in lavorazione e poi commercializzato.

Fonte: http://www.ansa.it/

Il video : http://www.ansa.it/campania/videogallery/2014/10/28/arrestato-patron-foreste-molisane_40b353fe-268b-415a-89d8-3ad87e0bb749.html

giovedì 23 ottobre 2014

LA CONFERMA DEL DNA : IL CORPO RITROVATO E' DI ELENA CESTE

E' di Elena Ceste il cadavere trovato sabato mattina, in avanzato stato di decomposizione, nelle campagne dell'Astigiano. La svolta nelle indagini sulla scomparsa della donna, 37 anni, svanita nel nulla lo scorso 24 gennaio, dall'esame del dna dei resti trovavi durante la pulitura di un canale di scolo, a meno di due chilometri dalla casa in cui abitava con il marito e i quattro figli. Le indagini dei carabinieri proseguono ora, nel più stretto riserbo, per stabilire se la madre si sia suicidata o se sia stata uccisa. Un mistero lungo nove mesi, tra segnalazioni e falsi allarmi, mitomani e ricerche all'estero. L'ultima pista seguita portava addirittura a Tenerife.
Il corpo della Ceste era invece lì, a due passi da casa, tra il fiume Tanaro e la ferrovia. A ritrovarlo, in avanzato stato di decomposizione, alcuni dipendenti comunali, impegnati nella pulizia dell'alveo di un canale. L'area è stata sequestrata ed è tuttora sorvegliata dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, guidati dal tenente colonnello Fabio Federici. I militari hanno informato del riconoscimento del cadavere il marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba (Cuneo). Era stato lui, lo scorso 24 gennaio, a denunciarne la scomparsa e a far partire le ricerche. "Mi aveva pregato di passare a prendere i figli a scuola perché non stava bene - ha raccontato -. Non l'ho più vista".


Sparita nel nulla, senza alcun bagaglio, lasciando l'auto in cortile e, in casa, il telefono cellulare e la fede. Per settimane carabinieri e vigili del fuoco hanno perlustrato campi e boschi, svuotato pozzi, scandagliato corsi e specchi d'acqua, ma inutilmente. Poi, a fine febbraio, un primo colpo di scena: "Elena era ricattata da due uomini" per una foto nella quale era abbracciata ad un amico. Ma i due venivano subito scagionati. All'inizio di marzo un'altra segnalazione portava a Torino: "Ho visto una donna come lei su un tram". Anche questa pista si rivelava, però, infruttuosa. Poi di nuovo il nulla fino a sabato mattina, quando i resti di quel cadavere in avanzato stato di decomposizione e danneggiati da una ruspa duranti la pulizia del cadavere, sono spuntati in una zona già perlustrata dalle ricerche. Il pensiero è andato subito alla mamma di Costigliole d'Asti, ma solo oggi - con l'esame del dna - è stato possibile stabilire con certezza che si tratta di lei.

Fonte: http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/10/23/ritrovato-il-corpo-di-elena-ceste.-la-conferma-dal-dna_506a257a-c0a1-43a7-bbfd-dd1b7e38fcff.html