venerdì 13 aprile 2012

CHIAMANO LA FIGLIA FACEBOOK

Hanno chiamato la figlia Facebook. Fan accaniti del social network di Marck Zuckerberg? Può darsi, ma il vero motivo per cui un egiziano ventenne ha deciso di chiamare così la figlia, è per il ruolo importante che Facebook ha avuto nella rivoluzione egiziana che ha posto fine al regime di Mubarak. La bambina si chiamerà Facebook Jamal Ibrahim e la notizia di questo curioso battesimo è stata riportata anche da uno dei quotidiani più letti d'Egitto, Al-Ahram. 


E' sintomatico che mentre i genitori dei ragazzi dell'opulento occidente tentino di proibire ai propri figli l'uso eccessivo o di usarlo del tutto, per quelli del nord Africa Facebook invece sia visto come una possibilità enorme di libertà. Noi ci preoccupiamo che messaggi e contenuti scabrosi arrivino ai nostri ragazzi, ci scandalizziamo di gruppi presenti su Facebook che inneggiano alla violenza o al
razzismo. In Egitto invece Facebook è un bene prezioso da difendere. E' stato proprio grazie a Facebook infatti che è stato possibile far passare le prime voci iniziali, radunare i primi manifestanti, portare poi in piazza Tahir decine di migliaia di persone. Per le strade del Cairo, non è difficile imbattersi in scritte murali che riportano: "Thank you Facebook".

L'Egitto, uno dei paesi africani che nonostante tutto godono di un maggior sviluppo anche tecnologico, conta 5 milioni di utenti iscritti al social network, più di ogni altro paese africano o medio orientale. Non appena sono cominciate le manifestazioni, il numero di iscritti è aumentato vistosamente. A partire dal 25 gennaio sono nati 32mila nuovi gruppi e 14mila nuove pagine.

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